Home Chi siamo Dove siamo    

Terni Info

Cultura

Formazione

Attività collaterali

 

Servizi

 

NUCLEARE IN ITALIA: il  referendum del 12 giugno, condizionato dal disastro di Fukushima, ha affossato definitivamente il programma nucleare in Italia.

Il governo italiano ha deciso una moratoria di 1 anno prima di ripartire con il programma di costruzione di 2 centrali atomiche per rendere meno pesante l'import di petrolio e gas dall'estero.
Questo in seguito al grande disastro del vecchio impianto di Fukushima di seconda generazione dovuto al maremoto che ha danneggiato la apparecchiature dei sistemi di raffreddamento dei sei reattori e della vasca di stoccaggio delle barre spente ma ancora radioattive al 10%.
I sei reattori sono del tipo BWR, Boiler Water Reactor, cioè ad acqua bollente il cui brevetto è della General Electric.
L'impianto ha retto egregiamente al terremoto di 9° grado della scala richter ma non allo tzunami formatosi dopo con onde alte 11,5 metri cioè come un palazzo di 4 piani.
Questo impianto, come peraltro tutti quelli di seconda generazione nel mondo (il nostro di Caorso disattivato dopo il referendum del 1987 è identico a quelli di Fukushima) erano progettati per una vita di 25 anni e non si capisce perché nel Giappone, così ligio nel rispetto delle regole, si sia concesso scelleratamente di prolungare il funzionamento di altri 20 anni.
In Francia questi vecchi tipi di impianti vendono spenti e sostituiti da quelli di terza generazione Plus che mi sento di affermare avrebbero resistito agli eventi giapponesi.
[03/2011]
 

 

Impianto nucleare di Tricastin - Francia.
Circa 90 grandi centrifughe per l'arricchimento dell'uranio sono state costruite dalla Società Terni negli anni 70.


 

Argomenti correlati:
Impianti nucleari dismessi in Italia
Impianti nucleari in Europa
Impianti nucleari nel mondo
 


Il ritorno dell'Italia al nucleare è legge.
La gestazione è durata circa dieci mesi ma il 9 Luglio 2009 il Senato ha approvato in quarta lettura il ddl Sviluppo.
Ora la partita si sposta su un altro campo. Entro sei mesi dall'entrata in vigore del provvedimento, il governo dovrà definire i criteri per la localizzazione e le tipologie delle centrali, lo stoccaggio dei rifiuti, il deposito delle scorie e le compensazioni alle popolazioni interessate.
Sia Enel che Edison sono convinte che "si apre un nuovo capitolo nella storia energetica del nostro Paese". Lo stesso ministro Scagliola ha ricordato che "diventerà operativo il percorso per un mix elettrico con il 50% di fonti fossili contro l'attuale 83%, il 25% di rinnovabili dall'attuale 18%, e il 25% di nucleare".
Procedure velocizzate. Sono previste procedure velocizzate per la costruzione delle centrali da parte dei consorzi: la cosiddetta "autorizzazione unica" rilasciata dal ministro dello Sviluppo economico di concerto con l'Ambiente e le Infrastrutture che sostituisce ogni tipo di licenza e nulla osta tranne la VIA (valutazione impatto ambientale) e la VAS (valutazione d'impatto strategica).
Misure compensative. Sono previste inoltre "misure compensative in favore delle popolazioni interessate". I benefici compensativi ai cittadini che vivono in prossimità delle nuove centrali saranno a carico delle imprese e non scaricati sugli utenti finali.
Agenzia per la sicurezza nucleare
Sarà l'autorità nazionale per la regolamentazione tecnica, il controllo e l'autorizzazione ai fini della sicurezza delle attività concernenti gli impieghi dell'energia nucleare, la gestione e la sistemazione dei rifiuti radioattivi, la protezione dalle radiazioni, nonché la vigilanza sugli impianti.
Il ministro Scagliola, a margine della firma degli accordi Italia-Francia di Parigi del 9 aprile 2010, ha dichiarato che è stata raggiunta una intesa con i ministri Tremonti e Prestigiacomo sulla presidenza dell'Ente.  [04/2010]
Commissariamento della SOGIN
Il ministro dello Sviluppo economico e quello dell'Economia avranno il compito di ridefinirne i compiti e le funzioni. Un decreto della presidenza del consiglio dei ministri nominerà un commissario e due vicecommissari per la società Sogin mentre il CDA decade con l'entrata in vigore della legge.
I siti nel 2010, le prime 4 centrali entro il 2025
Ognuno dei quattro impianti da 1600 Megawatt del tipo EPR in costruzione in Francia che l'Enel progetta di costruire nel nostro Paese costerà almeno 4,5 miliardi di euro, ha chiarito l'amministratore delegato del gruppo Fulvio Conti.
I quattro impianti Enel, comunque, non esauriscono il progetto nucleare del governo: per arrivare al 25 per cento di elettricità dall'atomo, infatti, bisogna costruirne almeno otto o dieci. Il ministro Claudio Scagliola ha confermato che non sarà l'Enel a farlo, ma sarà dato spazio ad altre tecnologie e quasi certamente sarà coinvolto l'Ansaldo, altro Ente controllato dallo Stato. [08/2009]
 


 
Mappa centrali nucleari

Tra i 45 siti potenzialmente idonei per la costruzione di impianti nucleari, c'è  quello sulla confluenza del fiume Nera sul Tevere, a sud di Orte  cioè a 20 chilometri in linea d'aria da Terni .
La città di Terni si troverebbe vicina anche all'altro probabile sito nucleare di Montalto di Castro.

Accordi intergovernativi Italia-Francia sul nucleare

Primo atto
Il 24 febbraio 2009 è stato firmato a Roma nel vertice bilaterale Italia - Francia un protocollo d'intesa sul fronte del nucleare.
L'accordo prevede la realizzazione in Italia di 4 centrali nucleari del tipo EPR (Enhanced Pressurized Reactor) attualmente in costruzione a Flamanville in Francia, ognuna con una potenza di 1.600 Mw per un totale di 6.400 Mw vale a dire il 25% dei consumi di energia nel nostro paese.
La prima centrale potrebbe essere pronta entro il 2020 e l'intero pacchetto entro il 2025. Il costo stimato è di 4 miliardi di euro per centrale e di 16 miliardi di euro complessivi.
Il protocollo firmato include due memorandum: il primo prevede che il capitale della joint-venture fra ENEL ed EDF sia aperta all'ingresso di altri soci operatori del settore quali Edison, Sorgenia, E.on Italia e le municipalizzate.
Il secondo memorandum consolida invece la presenza in Francia dell'Enel: dopo la partecipazione al 12,5% del reattore EPR di Flamanville, il gruppo italiano entra con la medesima quota nel secondo impianto gemello francese di Penly (EDF e GDF Suez) sempre in Normandia.
l'accordo firmato da Berlusconi e Sarkozy presenta aspetti che vanno al di là dei semplici orientamenti. E' il caso del coinvolgimento delle aziende che costruiranno le centrali: il documento prevede infatti lo "sviluppo della cooperazione industriale tra le imprese della filiera nucleare dei due paesi".
Questo significa, ad esempio, che una joint-venture come quella tra Enel ed Edf potrebbe nascere tra l'Ansaldo e un'analoga impresa francese (Areva), un'apertura, dunque, del mercato francese per la società del gruppo Finmeccanica che oggi produce prevalentemente centrali su licenza Westinghouse - Toshiba. [03/2009]

Secondo atto
Il 9 aprile 2010 è stato firmato a Parigi il nuovo asse Italia-Francia sul nucleare. Ora, oltre a Enel ed Edf, sarà l'industria italiana a tornare sul nucleare. E' questo il vero salto in avanti del vertice Italia-Francia 2010 che allarga l'orizzonte dei precedenti impegni e colloca le nuove intese in una dimensione non più nazionale ma internazionale (collaborazioni anche su altri mercati: in Francia a Penly ma anche in Gran Bretagna, Cina e altri Paesi).
Gli accordi firmati, della durata di 5 anni, consentiranno all'Ansaldo Nucleare di entrare nella costruzione del reattore EPR prodotto da Areva su licenza esclusiva. Questo significa che l'Ansaldo nucleare contribuirà a realizzare parti del reattore su licenza per almeno 4 centrali in Italia e che, questa nuova competenza, sarà utilizzata anche sui reattori esteri quando le due società decideranno insieme di partecipare a nuove commesse. In sostanza l'ANSALDO parteciperà, con EDF e ENEL, nel ruolo di investitori e registi della realizzazione delle centrali.
Gli accordi con Areva e Edf, inoltre non impediscono ad Ansaldo di conservare la propria licenza sui reattori Ap100 di Westinghouse-Toshiba.
Questo accordo, secondo il governo italiano, mette al sicuro per l'industria nazionale il 60-70% dei 16-18 miliardi di investimenti previsti per il primo pacchetto di 4 centrali da realizzare in Italia.   [04/2010]
 
Aggiornamento: 06/2011
Michele Zampilloni

Progetto Interamna  ONLUS - Viale Mazzini, 25   05100 Terni - Tel: 0744 431845   CF 91044470556