Centrale idroelettrica
di Galleto:
Edificio che ospita la sala macchine progettato da Cesare Bazzani
nel 1926.
Centrali idroelettriche
di proprietà della
Soc. Terni espropriate nel 1962 con la nazionalizzazione.
- Corbara
- Corno
- Cotilia
- Galleto
- Monte Argento
- Montorio al Vomano
- Nera Montoro
- Penna Rossa
- Posta
- Preci
- Provvidenza
- Recentino
- San Giacomo
- Sigillo
- Triponzo
Centrale idroelettrica
di Presenzano.
Le 4 condotte forzate
sono state progettate, costruite e montate dalla Soc. Terni.
Di impianti idroelettrici la Società Terni ne ha costruiti circa cento in
tutto il mondo.
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NAZIONALIZZAZIONE
Il 6 dicembre 1962 viene emanata la Legge 1643 che prevedeva la
nazionalizzazione del sistema elettrico e istituiva l'Ente Nazionale per
l'Energia Elettrica (ENEL), cui venivano demandate "tutte le attività
di produzione, importazione ed esportazione, trasporto,
trasformazione, distribuzione e vendita dell'energia elettrica da
qualsiasi fonte prodotta".
La scelta per la nazionalizzazione - assunta in un quadro politico che
la vedeva quale condizione essenziale imposta dai socialisti per dare il
loro appoggio al governo, inaugurando così la stagione del
centro-sinistra in Italia - viene presa al termine di un lungo dibattito
politico.
Primo compito dell'ENEL è quello di assorbire ben 1270 aziende e
imprese operanti nel settore della produzione, commercializzazione,
distribuzione, trasporto di energia elettrica, nonché quelle operanti in
settori funzionalmente e tecnicamente connessi e di dare loro
un'organizzazione amministrativa, tecnica ed operativa comune.
Esclusi dal provvedimento sono gli autoproduttori e le imprese
municipali, che possono così continuare le proprie attività pur se
inserite in un rinnovato contesto, mentre agli ex gruppi elettrici viene
corrisposto un indennizzo in generale basato sul valore dei titoli
quotati in borsa.
Alla TERNI, SOCIETA' PER L'INDUSTRIA E
L'ELETTRICITÀ, vengono espropriate tutte le centrali idroelettriche (energia pulita
e rinnovabile),
dislocate nel centro Italia, (vedere elenco a sinistra), e non le
è riconosciuto, ingiustamente, neanche lo
status di autoproduttore che le avrebbe consentito di mantenere almeno una
centrale di sua proprietà per alimentare lo stabilimento siderurgico che era e resta
ancora oggi il più importante d'Europa.
Essendo allora una Società del Gruppo IRI, completamente controllato
dallo Stato, le viene concesso, come indennizzo per l'esproprio di oltre
15 centrali idroelettriche, di usufruire per 25 anni di una tariffa agevolata per
il
fabbisogno di energia elettrica dello stabilimento di Terni.
Praticamente un piatto di lenticchie per un capitale di immenso valore.
Crescendo i consumi insieme alla rapida trasformazione delle abitudini
di vita (es. massiccia diffusione degli elettrodomestici), l'ENEL
raggiunge il risultato di riscuotere il secondo fatturato industriale
italiano, dietro solo alla Fiat.
Negli anni successivi viene dato impulso ad una campagna commerciale volta
alla cosiddetta "elettrificazione rurale", cioè all'espansione della
rete elettrica nelle campagne. Si raggiunge l'elettrificazione pressoché
totale del paese insieme all'unificazione del costo dell'energia
elettrica.
LIBERALIZZAZIONE
Il primo passo verso una riforma del settore, con l'intento di una nuova
liberalizzazione, è riconducibile all'approvazione nel 1988 del Piano
Energetico Nazionale, con l'obiettivo di rispondere alla crescente
domanda di energia nel Paese.
Segue una liberalizzazione totale della produzione di energia elettrica
mediante fonti rinnovabili e parzialmente quella tramite fonti
convenzionali (Legge n. 9/919). La legge, tuttavia, mantiene inalterato
il monopolio della vendita, in quanto l'energia in eccesso rispetto al
proprio fabbisogno deve essere ceduta all'ENEL.
L'11 luglio del 1992 si compie il primo passo verso la privatizzazione:
ENEL diventa Società per Azioni, anche se l'unico azionista è il
Ministero del Tesoro e viene sancito il passaggio dalla posizione di
riservatario del servizio elettrico a quella di concessionario.
Successivamente, mediante la Legge 481 del 1995, viene istituita
l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, organo preposto alla
regolamentazione e al controllo del mercato.
Il decreto Bersani (D. Lgs. 16/03/1999, n. 79) ha recepito
nell'ordinamento nazionale la direttiva europea 96/92/LE sull'energia,
innovando profondamente le disciplina del settore elettrico nelle
diverse aree di attività mediante il disegno di una graduale
liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica in Italia.
Contrariamente alle aspettative comunque, la liberalizzazione non ha
prodotto un congruo gruppo di piccoli produttori, auspicato dall'Autority.
Attualmente infatti il mercato elettrico italiano è controllato da tre
grandi gruppi, tra cui l'ENEL, società peraltro, non ancora
completamente privatizzata in quanto il Ministero del Tesoro ne rimane
l'azionista di maggioranza.
Il mercato delle ex centrali della Soc. Terni continua: parte degli
impianti idroelettrici ternani espropriati, furono venduti alcuni anni
fa dall'Enel alla società spagnola Endesa. Ora l'Enel, in collaborazione
con la società Acciona, vuole riacquistare l'intera Endesa Italia
attraverso una Opa. interessato all'acquisto anche il colosso tedesco
E.on. Tutto questo sta creando grandi problemi occupazionali nell'area
ternana. (06/2007)
La situazione si è evoluta, l'Enel, in seguito al
contratto stipulato il 2 aprile 2007 con Acciona ed E.On e degli accordi
integrativi del 18 marzo 2008, il 26 giugno 2008 ha perfezionato la
vendita a E.On tanto delle attività del Gruppo Endesa che di quelle del
suo Gruppo, individuate di comune accordo tra le parti. Tra queste, come
noto, anche le attività Endesa del Ternano, ossia le centrali
idroelettriche scippate agli abitanti di Terni con la nazionalizzazione
delle attività di produzione di energia elettrica. (07/2008)
CONSIDERAZIONI
A distanza di poco più di 40 anni dalla nazionalizzazione e di circa 8
dalla liberalizzazione, la Soc.TERNI ora passata sotto controllo della Thyssen Krupp, non ha più le centrali idroelettriche né
le tariffe agevolate per l'acciaieria. Lo stabilimento siderurgico di Terni è il più importante
d'Europa per la produzione di acciaio inossidabile mentre il settore del
lamierino magnetico a grani orientati, il più pregiato, studiato e
perfezionato dalle maestranze ternane è stato trasferito in Germania
dalla nuova proprietà (altra spoliazione del territorio ternano).
Il polo siderurgico di Terni è diventato di fatto monoproduttore di
acciaio inox, mercato questo da sempre statisticamente ciclico. Questo
significa che, quando la richiesta mondiale scenderà, la siderurgia
ternana entrerà inevitabilmente in crisi.
Visto come sono andate le cose nel settore della produzione di energia
elettrica, i cittadini di Terni hanno percepito l'esproprio delle loro
centrali idroelettriche come un vero e proprio scippo legalizzato che ha
messo in crisi l'intero polo industriale ternano e la sua comunità.
Michele Zampilloni
Aprile 2007
ultimo aggiornamento, luglio 2008
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